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Dual partnership

#1 Relazioni Win-Win

Ho sempre creduto che la collaborazione e lo scambio di competenze, di sapere e di servizi siano una chiave del successo di qualsiasi azienda”.

Ho trovato questo appunto in una cartella stampa che accompagnava il lancio di una Joint Venture tra DUAL e una agenzia creativa complementare alla nostra: era il 2004.

Diciassette anni dopo, in DUAL siamo passati attraverso tanti tipi di partnership, più o meno strutturate, di lunga e di breve durata, alcune di successo, altre rapidamente spentesi. Ma ne è sempre valsa la pena.

L’incontro, lo scambio e la fatica di provare a costruire qualcosa nel confronto aperto e non giocando sulla difensiva, sono sempre stati un fattore di crescita e sviluppo per la nostra agenzia: negli ultimi anni DUAL ha reso sempre più consapevole e intenzionale la scelta strategica di partner che portino innovazione, performance e valore a noi e ai nostri clienti.

In generale, nella nostra storia ci sono due direzioni di collaborazione sinergica e integrata: quella che è volta a incrementare la conoscenza, la ricerca e lo sviluppo, e quella che è diretta a dare impulso alla capacità produttiva o a chiudere un anello della filiera.

Nelle prossime edizioni esploreremo: da un lato, i progetti EQ Biz el’IFB Network; dall’altro, il fronte operativo dei DUAL Studios e di altri partners digital.

Ma come possiamo far funzionare una partnership?

Alla base di un rapporto efficace e duraturo ci sono 3 elementi che supportano lo scambio di competenze riconosciute:
1. una serena consapevolezza del proprio limite o, se preferite, l’abdicazione dall’arroganza della tuttologia;
2. la capacità di fidarsi e di generare fiducia nei confronti dei propri partner e congiuntamente verso il proprio mercato;
3. accordi economici espliciti, bilanciati, portatori di reciproco vantaggio.

Il processo che proviamo ad applicare è quindi:

-identificare il bisogno
-entrare in connessione con persone e competenze
-attivare un flusso di scambio
-attivare e coltivare la fiducia a partire da accordi (possibilmente scritti) chiari, anche sul fronte economico.

Un ultimo step: avere il coraggio di fare una verifica periodica regolare. Le partnership non sono obbligatoriamente per sempre, e la conclusione di una collaborazione non deve necessariamente essere vissuta come un tradimento.

Il senso del limite, accolto come una opportunità per dare spazio a competenze migliori delle proprie, genera per sua natura valore aggiunto: per chi ha l’occasione di ampliare l’ambito di utilizzo della sua professionalità, per chi può contare su nuove energie e non fare affidamento solo su sé stesso, per chi trova attraverso un unico interlocutore un’offerta migliore.

La fiducia data e meritata assicura continuità ed efficienza collaborativa, facilitando i processi operativi e mettendo tutti gli interlocutori nelle condizioni di lavorare per il meglio e creativamente, senza disperdere energie in atteggiamenti difensivi o di controllo.

Accordi economici win-win rendono infine sostenibile la partership, dando consistenza alla promessa di collaborazione: le intenzioni sono sempre ottime, a ben vedere, ma spesso quando si tratta di spartire la torta…

Chiarire con garbo, ma altrettanta determinazione le aspettative economiche è banale in linea di principio, ma parecchio scomodo da attuare, soprattutto nella nostra cultura.

Articolo di: Giuliano Bottelli, Founder e CEO di DUAL

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