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Condividi la cultura, che se la tieni nascosta va a male

Quand’è stata l’ultima volta che hai condiviso qualcosa? Il post “5 modi per avere successo nel mondo del marketing” o il brief aggiornato del cliente non valgono come risposta.

Quand’è stata l’ultima volta che hai condiviso con una o più persone qualcosa che ti sta a cuore, che ami, o anche un momento o un’esperienza capace di portare qualità nel rapporto?

Ricordi da bambini, quando suonava la campanella della ricreazione? Di colpo l’aula si riempiva di brusii, di voci squillanti, di zip degli zaini, e di manine che frugavano per tirare fuori il sacchetto della merenda. L’aria era pervasa da un profumo di merendine al cioccolato, di panini con il prosciutto, di biscotti o di croccantelle. C’era però sempre qualcuno che non tirava mai fuori nulla, perché spesso si dimenticava o perché proprio non ce l’aveva come buona abitudine; e allora tra i corridoi, nel giardinetto, o accanto al termosifone, tra una chiacchiera e l’altra si condivideva. Un pezzettino a testa, tutti e tutte insieme, mentre si cercava di sfruttare al massimo quei minuti che sembravano sempre durare solo pochi istanti.

E che dire poi degli anni scolastici più avanzati? Quante versioni di latino passate sottobanco e quanti appunti delle lezioni vi hanno salvato dal dover ripetere l’esame o dal dover ammettere che di Cicerone proprio non ti importava nulla, rischiano l’ennesimo 4?

La condivisione è un atto di bontà verso il prossimo e verso la collettività; condividere le gioie, i successi, quello che ci fa ridere, moltiplica questa felicità, la fa espandere. Da soli non si va da nessuna parte, ma condividendo esperienze, conoscenze, merendine e curiosità, allora siamo tutti e tutte parte di qualcosa che è impossibile frantumare.

Certo, sicuramente è più probabile che al leggere la parola “condivisione” venga in mente non un’azione che si fa fisicamente, ma l’icona di una freccia o di un aeroplanino di carta che puntano a destra, vero? I social hanno cambiato molto delle nostre associazioni mentali. Ma di questo ne parliamo meglio in un altro articolo, che trovi qui. In queste righe, invece, vogliamo raccontarti di come la condivisione può avvenire all’interno di un’azienda, e di come sia in grado di renderla un organismo più strutturato, forte, coeso, e dove le singole parti riescono a comprendere il lavoro altrui, aumentando stima reciproca e affiatamento; dopotutto, in un mondo in cui la comunicazione è sempre più digitale e distante, ci troviamo spesso a riflettere sul valore della condivisione e della vulnerabilità nelle nostre interazioni quotidiane, e ci sono momenti in cui la paura del giudizio o della mancanza di comprensione ci tiene chiusi nel nostro guscio, ma è proprio in questi momenti che la condivisione diventa un atto di coraggio.

Goodmorning

Quante volte hai aperto il computer e immediatamente le mail hanno cominciato a tempestarti apparendo pop-up a lato dello schermo? O quante volte hai messo piede in ufficio, e nemmeno il tempo di appendere la giacca e già il tuo rompeva il silenzio per portarti un aggiornamento o un lavoro da fare entro breve?

Può sembrare controintuitivo, ma iniziare l’orario lavorativo lavorando e bombardando il nostro cervello appena sveglio di problemi e di task è uno stress che nemmeno il migliore dei caffé può aiutare a sopportare.

In DUAL abbiamo deciso di iniziare le giornate con il “Goodmorning”: un appuntamento quotidiano di poco meno di 30 minuti dove, in videocall, chi vuole può collegarsi per partecipare a pillole di formazione, a presentazioni legate a qualche novità appartenente al mondo del digital, del branding o degli eventi, o per fare un bilancio – sia lavorativo che personale – della settimana. Un momento di sintonizzazione, per iniziare con qualcosa che sia in grado di stimolare la creatività e la curiosità. Sì, perché il Goodmorning è proprio una condivisione in pillole di conoscenze personali, di curiosità, di tutto ciò che secondo ognuno può interessare. E così si creano formazioni dedicate a come si legge e si crea un meme, a cos’è una landing page, a provare a conoscere meglio se stessi attraverso la scrittura terapeutica, o alle ultime novità in campo di neuromarketing e intelligenza emotiva.

Poi, ovviamente, si va a prendere il caffè, e allora le mail non mettono più così ansia.

We share project

A un certo punto ci siamo però resi e rese conto che il Goodmorning non bastava. Volevamo sapere di più, scoprire a cosa le varie divisioni stavano lavorando, quali sensazionali progetti avevano portato a compimento, che esperienza avevano fatto all’ultimo ritiro con i clienti.

Ecco che è nato il “We share project”, un appuntamento a cadenza mensile anch’esso di circa una 30ina di minuti che va a sostituirsi al Goodmorning per quella giornata, ma che è interamente dedicato alla condivisione di un progetto. Un case study appena concluso spiegato e raccontato dalle persone che hanno curato ogni aspetto.

Ecco che abbiamo ascoltato la responsabile della sezione branding raccontarci i ragionamenti e gli studi dietro la creazione di un’area stand per un cliente durante una fiera espositiva, o di come la sezione eventi abbia creato le attività di un business retreat ad Atene, riuscendo a unire la cultura della Grecia antica, le piattaforme digitali e i commercianti della zona.

Pranzi di condivisione

Il pasto è qualcosa di unico, ricco di significato. In Italia, così come anche in Spagna, in Grecia, e in tutti quei luoghi che hanno dato al cibo una funzione ulteriore all’essere fonte di nutrienti, mangiare insieme è un momento di condivisione enorme. Ricordi le merende a inizio articolo, giusto? Ecco, prova a metteteci insieme anche una bella chiacchierata sulle ultime formazioni a cui hai partecipato.

All’interno di un team ognuno ha la sua specializzazione, e di conseguenza ognuno tende a fare formazioni e a partecipare a meeting di aggiornamento su determinati argomenti. Ma la cultura è una merenda deliziosa, e va sempre condivisa, senza stare a badare troppo alle porzioni.

Ecco che sono nati i pranzi di condivisione, dove ogni team si trova a mangiare insieme, mentre ci si racconta e cosa si ha studiato e imparato.

Goodmorning, We Share Project e Pranzi di condivisione; in ognuna di queste occasioni, la condivisione viene supportata da un facilitatore o da una facilitatrice professionista, facente parte del team DUAL. Il loro ruolo è quello di incoraggiare la partecipazione, gestire i conflitti, tenere i tempi e il focus sugli obiettivi dell’incontro; devono far fluire la comunicazione, favorire un ambiente dove, bilanciando i contributi di ogni partecipante, si crei collaborazione e si mantenga un flusso inclusivo e ricco di energia.

Condividere è un atto non solo di gentilezza, ma di cura verso il prossimo, di resistenza verso le difficoltà, e di affetto reciproco. Ognuno di questi appuntamenti serve non solo per raccontare i propri successi, ma anche per condividere le vulnerabilità, spesso vista come un segno di debolezza, ma che in realtà è un segno di autenticità e fiducia nelle relazioni umane. Essere disposti ad aprire il proprio cuore e condividere le proprie esperienze, sia positive che negative, all’interno di un team può rafforzare i legami e creare un ambiente di lavoro più inclusivo ed empatico.

Per imparare a condividere e a conoscere al meglio te e le persone che vi sono intorno, Conversaction è la formazione che fa al caso tuo e del tuo team. Una formazione dedicata alla comunicazione, incentrata sul comprendere il proprio stile di gestione delle conversazioni e quello altrui, con i reciproci punti di forza e di miglioramento.

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